Approfondimenti

La mafia in Liguria ormai è integrata. Cantieri edili e porto.

L’ultimo rapporto semestrale della Direzione Investigativa Antimafia conferma il ruolo leader della ‘ndrangheta anche in Liguria. Il salto di qualità è certificato da decine di inchieste, sequestri, sentenze: non più “infiltrazione”, ma “integrazione”.

Rispetto al 2017, l’aumento di eroina sequestrata è stato pari al 2298 per cento, mentre quello relativo alla cocaina del 105,93 per cento.

Soltanto un mese fa i carabinieri di Santa Margherita hanno eseguito nove arresti e confiscato 3 milioni e mezzo di euro nell’ambito dell’indagine sullo smaltimento degli yacht di lusso dopo la mareggiata del 2018 che ha distrutto il porto turistico Carlo Riva di Rapallo. La “mente” delle operazioni di smaltimento, Pasquale Capuano, vanta conoscenze altolocate con camorra e `ndrangheta, e in un’intercettazione con un operaio impegnato nel cantiere del viadotto diceva “anche io sono sul ponte”.

Fonte: La Repubblica Genova del 21.07.2020 di Marco Lignana

Ormai il passo è stato compiuto. Il salto di qualità certificato da decine di inchieste, sequestri, sentenze. Non più “infiltrazione”, ma “integrazione”. Le mafie in Liguria, ormai, sono qualcosa di vicino a chiunque faccia impresa e crei lavoro in modo onesto. L’ultima relazione della Direzione Investigativa Antimafia, riferita al secondo semestre del 2019, segna un punto di non ritorno per il nostro territorio. Perché, come si legge nel documento, “la compenetrazione dell’imprenditoria mafiosa nell’economia legale locale dimostra come le mafie si siano trasformate, in Liguria, da soggetto che si è infiltrato a soggetto che si è integrato perfettamente nel sistema economico del territorio”. La criminalità organizzata, la ‘ndrangheta su tutte, è ormai radicata dentro i settori edili e della logistica. E naturalmente, nei porti. Perché il denaro da immettere nel mercato legale di beni e servizi arriva, nella stragrande maggioranza dei casi, dal traffico di droga via mare. “Gli ingenti quantitativi di stupefacenti rinvenuti e sequestrati nei porti di Genova e La Spezia – scrive la Dia – continuano a rappresentare il motivo conduttore dell’azione criminale nel territorio ligure.

In proposito, si conferma il ruolo di leader della `ndrangheta, operativa da anni su tutti i principali scali commerciali del Mediterraneo e del nord Europa. Anche per questa ragione, la Liguria appare molto esposta, proprio perché ideale punto d’approdo e area di transito dello stupefacente verso le piazze europee e del nord ovest del Paese”. Ci sono due dati, raccolti dalla Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del 2019, che spiegano meglio di qualsiasi analisi quanta droga passi ormai dai nostri mari: rispetto al 2017, l’aumento di eroina sequestrata è stato pari al 2298 per cento, mentre quello relativo alla cocaina del 105,93 per cento. Quasi tutta “è stata intercettata presso la frontiera marittima del porto di Genova”. Per evitare le infiltrazioni, gli investigatori ricordano quanto sia importante la prevenzione.

Come avvenuto in occasione della demolizione di ponte Morandi e della ricostruzione del nuovo viadotto sul Polcevera. “A livello locale si segnala la sottoscrizione del Protocollo d’intesa per la prevenzione dei tentativi di infiltrazione criminale siglato dal Prefetto di Genova e dal Commissario Straordinario. Il Protocollo, come noto, ha previsto un modulo operativo finalizzato a garantire uno screening preventivo ad ampio raggio delle attività più esposte al rischio di infiltrazione ed a rafforzare la prevenzione attraverso l’identificazione di chiunque abbia accesso ai cantieri dell’opera. Tale azione ha visto, nel corso del 2019, il supporto operativo, sia in ambito preventivo che giudiziario, da parte della Dia di Genova”. Così sono state fermate e “cacciate” dal cantiere due aziende, una in odore di camorra e una di `ndrangheta. Attenzione, però.

Se la relazione della Dia è riferita al secondo semestre del 2019, nel frattempo altre indagini hanno messo a nudo nuove e vaste infiltrazioni. Soltanto un mese fa i carabinieri di Santa Margherita hanno eseguito nove arresti e confiscato 3 milioni e mezzo di euro nell’ambito dell’indagine sullo smaltimento degli yacht di lusso dopo la mareggiata del 2018 che ha distrutto il porto turistico Carlo Riva di Rapallo. La “mente” delle operazioni di smaltimento, Pasquale Capuano, vanta conoscenze altolocate con camorra e `ndrangheta, e in un’intercettazione con un operaio impegnato nel cantiere del viadotto diceva “anche io sono sul ponte”.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Show Buttons
Hide Buttons