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Francesca Nanni è il nuovo PG La prima volta per una donna

Per la prima volta una donna diventa Procuratore generale di Milano. Non era mai successo da quando, più di 50 anni fa, sono state aperte le porte della magistratura alle donne. Resta però ancora lunga la strada per la parità di genere. Le donne pur essendo infatti la maggioranza in magistratura (54%), hanno incarichi direttivi solo in un caso su quattro e a capo delle procure solo il 14%.

Una nomina storica, tantoché nel commentarla più d’uno ha ripreso l’immagine della «crepa nel soffitto di cristallo», che usò per la prima volta Marta Cartabia quando venne eletta (anch’ella per la prima volta), vicepresidente della Corte Costituzionale nel 2014 (nel 2019 ne divenne presidente).

Fonte: Avvenire Milano del 04.12.2020 di Simone Marcer

E’ Francesca Nanni, 60 anni, attualmente Pg a Cagliari, la prima donna nominata procuratore generale di Milano, incarico che fu, tra gli altri, del capo del pool di “Mani pulite” Francesco Saverio Borrell. Non era mai successo da quando, più di 50 anni fa, sono state aperte le porte della magistratura alle donne. L’incarico è stato assegnato dal plenum del Csm. Nanni, ex capo della procura di Cuneo e attuale procuratore generale di Cagliari, ha ottenuto in plenum 14 preferenze, contro gli 8 voti andati all’altro candidato, Fabio Napoleone, ex consigliere del Csm ed ex procuratore capo di Sondrio, oggi sostituto pg a Milano. La poltrona al vertice della procura generale milanese era vacante dallo scorso febbraio, dopo il pensionamento di Roberto Alfonso.
Una nomina storica, tantoché nel commentarla più d’uno ha ripreso l’immagine della «crepa nel soffitto di cristallo», che usò per la prima volta Marta Cartabia quando venne eletta (anch’ella per la prima volta), vicepresidente della Corte Costituzionale nel 2014 (nel 2019 ne divenne presidente). Resta però ancora lunga la strada per la parità di genere. Le donne pur essendo infatti la maggioranza in magistratura (54%), hanno incarichi direttivi solo in un caso su quattro. I procuratori generali donne sono solo 14%. Se si considerano le grandi città, prima che a Milano, una donna è arrivata ai vertici di una procura per la prima volta a Torino, nel dicembre 2019, quindi parliamo sempre di tempi molto recenti. O di tempi che stanno cambiando. In magistratura dal 1986, Francesca Nanni nella sua carriera ha svolto funzioni di pm a Sanremo dal 1987 al 1992, anno in cui ha iniziato a prestare servizio presso la procura di Genova. Dal 2010 e per 8 anni ha quindi guidato la procura di Cuneo, fino alla sua nomina, nel dicembre del 2018, a capo della procura generale di Cagliari.

Tra i procedimenti di cui si è occupata nella sua carriera, nella delibera approvata dal plenum vengono ricordati l’inchiesta sul sequestro di persona a scopo di estorsione dell’imprenditore Claudio Marzocco, trasferito in Calabria e custodito per oltre un mese in Aspromonte, e il procedimento che si svolse a Sanremo per corruzione nell’assegnazione dell’organizzazione del festival della canzone italiana. Tra le indagini da lei curate, anche quelle in materia di antimafia e antiterrorismo nel periodo passato a Genova come pm nella Dda.

Tra i primi a complimentarsi con il nuovo pg è stato il presidente vicario del tribunale Fabio Roia: «Un benvenuto particolare a Milano, in quanto è la prima donna che ricopre questo ruolo» ha detto detto Roia. Una nomina, ha aggiunto, che «viene nel solco della prima donna presidente del Tribunale di Milano, che è stata Livia Pomodoro, e della prima donna presidente della Corte d’Appello, che è stata Marina Tavassi» e quindi «completa una presenza femminile negli alti quadri della magistratura milanese». Anche Roia ha sottolineato il fatto che nell’attuale «assetto» dei vertici giudiziari milanesi «è l’unica donna». «Sono felice per lei e sono sicura che farà benissimo», è invece il commento della stessa Livia Pomodoro, ora al vertice dell’Accademia di Brera. Nanni ha ricevuto, tra gli altri, i complimenti di Laura Boldrini. Il presidente dell’Ordine degli avvocati di Milano Vinicio Nardo parla di «consacrazione di un fenomeno in atto e assolutamente naturale, un altro passo verso quella parità che si raggiungerà anche nelle posizioni apicali della magistratura». Per Nardo infatti si tratta di «un gap che si andrà a colmare».

 

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