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Mafia a caccia di aziende deboli, operazioni per 5,2 miliardi

I due assi lungo i quali le mafie si stanno già muovendo sono quello economico e quello sociale: nel primo caso attraverso l‘aggressione di imprese e settori in difficoltà economica che patiscono gravemente la crisi e quindi offrono possibilità di infiltrazione da un lato, e attraverso i tentativi di intercettazione dei fondi nazionali e poi europei destinati alle imprese dall’altro; per il secondo attraverso la sostituzione dello Stato e del welfare ufficiale intervengono per soccorrere i cittadini in difficoltà, offrire servizi, prestare denaro, sobillare e orientare il malcontento.

 

 

Fonte: Il Sole24Ore del 25.03.2021 di Ivan Cimmarusti

L’infiltrazione delle mafie nell’economia sana ora ha una stima. La scalata della «impresa criminale» sull’onda dell’emergenza sanitaria vale 5,2 miliardi di euro. Presunte speculazioni compiute nel 2020 che hanno lasciato una traccia nei data-base dell’Unità di informazione finanziaria (Uif) di Bankitalia.

La relazione del XX Comitato

Sono gli esiti della prima indagine parlamentare sugli effetti economici della pandemia ad attivare un alert sugli interessi mafiosi che sfruttano il tracollo economico dovuto alla pandemia per impadronirsi di ampie fette di mercato. Un documento messo a punto dal “XX Comitato per la prevenzione e la repressione delle attività predatorie della criminalità organizzata durante l’emergenza sanitaria”, coordinato dal deputato Pd e componente della Commissione Antimafia, Paolo Lattanzio, ora chiarisce tutte le criticità del «sistema» di prevenzione e si prepara a fare proposte concrete al Governo Draghi per incrementare la tracciabilltà finanziaria.

«Emerge subito», spiega Lattanzio, «come i due assi lungo i quali le mafie si stanno già muovendo siano quello economico e quello sociale: nel primo caso attraverso l‘aggressione di imprese e settori in difficoltà economica che patiscono gravemente la crisi e quindi offrono possibilità di infiltrazione da un lato, e attraverso i tentativi di intercettazione dei fondi nazionali e poi europei destinati alle imprese dall’altro; per il secondo attraverso la sostituzione dello Stato e del welfare ufficiale intervengono per soccorrere i cittadini in difficoltà, offrire servizi, prestare denaro, sobillare e orientare il malcontento».

Le analisi dell’Uif

Un capitolo di rilievo della relazione è dedicato all’audizione del direttore dell’Uif Claudio Clemente, ascoltato dal Comitato lo scorso 28 gennaio. Ha spiegato che nel corso del 2020 l’Unità ha ricevuto 113.187 Sos Segnalazioni Operazioni Sospette (+7 rispetto al 2019). Le segnalazioni direttamente riconducibili al «fenomeno Covid», ossia a sospetti casi di speculazione sull’emergenza sanitaria, sono state 2.257, di cui la cui la gran parte ricevute nella seconda metà dell’anno con un forte aumento da 667 milioni di euro a 5,2 miliardi. Un quadro, quello offerto dall’Uif, che rende un’idea numerica di quanto sta svelando in questi mesi lo Scico della Guardia di finanza, i cui rapporti investigativi – anticipati in questo anno dal Sole24Ore – sono stati riassunti nella relazione del XX Comitato.
L’organismo antiriciclaggio della Banca d’Italia ha anche rilevato un forte inserimento della criminalità organizzata mafiosa nelle operazioni imprenditoriali connesse alla pandemia: in 341 sos Covid, infatti, sono risultati coinvolti soggetti presenti nei data-base della Direzione nazionale antimafia e indicati come «potenzialmente collegati ad associazioni mafiose». Si tratta delle cosiddette «teste di legno», i reinvestitori dei clan. Quest’ultimo, in particolare, rappresenta un aspetto di non poco conto, considerato che secondo la stessa Banca d’Italia sono 32mila le realtà industriali che versano in sofferenza. II rischio che le mafie possano riciclare denaro sporco acquistando imprese in crisi è concreto e attuale.

Indicatori antiriciclaggio-Covid Sotto analisi del XX Comitato sono finiti anche tutti i bonus e le agevolazioni fiscali emessi dal Governo per frenare la crisi economica. La Guardia di finanza, in tal senso, sta svolgendo numerose attività di accertamento. Parallelamente, però, anche l’Uif sta utilizzando un nuovo indicatore di rischio Covid in materia di riciclaggio. In particolare, la Banca d’Italia analizzando i bilanci di un campione di aziende sequestrate dall’autorità giudiziaria, ha individuato alcune caratteristiche ricorrenti nelle strutture economico-finanziarie delle imprese infiltrate. Così è stato creato un nuovo indicatore antiriciclaggio-Covid: una metodica di analisi che potrebbe segnalare anomale concentrazioni, in singole banche o intermediari, di finanziamenti con garanzia pubblica infavore di imprese ad alto rischio di infiltrazione mafiosa.

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